Zubcic: «Apprezzo tutto il supporto e l’amore che sto ricevendo dalla città e dai tifosi»

12 ottobre 2023



Reduce da ben 17 punti contro i campioni d'Italia in carica dell'EA7 Emporio Armani Milano, Tomislav Zubcic è il primo protagonista della nuova stagione della rubrica, "5 domande a...", raccontando com'è dentro e fuori dal parquet, nonché come si sta ambientando alla Generazione Vincente Napoli Basket.

Dopo due turni nel campionato italiano hai già conquistato la città e i tifosi, quali emozioni hai provato durante il tuo arrivo e la tua prima permanenza a Napoli?

«C'è sicuramente un tipo di pressione diversa quando firmi per una squadra con così tanta storia e passione per la pallacanestro. Vuoi ovviamente rispettare le aspettative che hanno posto su di te, vuoi vincere tutte le partite complicate e dare ai tifosi quel tipo di esperienza al palazzetto. Arrivando da una città che respira pallacanestro (Zadar, in Croazia, ndr), capisco e apprezzo tutto il supporto e l'amore che sto continuando a ricevere dalla città e dai tifosi».

Avete battuto i campioni d'Italia concedendo loro solo 68 punti. Qual è stata la chiave che ha portato a questa prestigiosa vittoria?

«Per prima cosa, coach Milicic è una persona precisa e sa perfettamente quale chiave tattica adottare. Diventa più facile se chi guida la squadra getta basi solide, fa le scelte giuste nel costruire il proprio team e stabilisce il tipo di ritmo giusto da seguire. Seconda cosa, siamo un bel gruppo di persone sia dentro sia fuori dal campo e tutti quanti diamo il 100% rimanendo focalizzati e sforzandoci di dare il nostro meglio. La cosa più importante però è stata vedere il PalaBarbuto senza nemmeno un posto vuoto. Quella è la benzina più potente per noi».

Lei e coach Milicic siete entrambi croati e nella vostra carriera avete viaggiato in tutto il mondo. Che tipo di rapporto si è sviluppato tra di voi in questi primi mesi insieme?

«Coach Milicic e io abbiamo aspettato il momento giusto e la giusta opportunità per arrivare finalmente a lavorare insieme e questa stagione è sembrata il momento corretto affinché tutto funzionasse per il meglio. Sento come se ci capissimo alla perfezione perché a entrambi piace uno stile di pallacanestro molto simile e spero che questo rispetto reciproco e questo modo di capirci possa anche aiutare la squadra a raggiungere tutti gli obiettivi che ci siamo posti a inizio stagione».

Pur avendo le dimensioni e i centimetri dei centri della vecchia scuola, lei è un lungo moderno e duttile che si adatta bene al basket moderno. Pensa di essersi adattato a una pallacanestro più veloce che richiede ai lunghi una maggiore mobilità e versatilità, oppure si è trattato di un'evoluzione naturale?

«Sì, questo è sempre stato il tipo di stile di gioco che preferisco, ma ho anche imparato ad adattarmi velocemente alle richieste di ogni coach per cui ho giocato e alle esigenze della lega in cui ho militato. Se non acquisisci quel tipo di caratteristiche tecniche come giocatore e non hai la volontà di esplorare e imparare, finisci per affondare. Invecchiando il più grande vantaggio che ottieni è dato dalla tua esperienza, perciò devi essere in grado di offrire anche qualcosa di più».

Ci parli di chi è fuori dal campo. Ha qualche hobby? Ha già visitato Napoli?

«Fuori dal campo sono un padre e un marito a tempo pieno, tutto il mio tempo libero lo trascorro con la mia famiglia girando tra parchi e parchi giochi, centri commerciali, niente di speciale o stravagante (sorride, ndr). Durante la pre-season sono "andato a caccia" di ristoranti sperimentandone diversi, per un amante del cibo come me questa è stata sicuramente un'esperienza eccellente. Tuttavia, ho tantissime cose ancora da spuntare nella mia lista delle cose da fare in questa stagione».

Domanda extra: nei primi anni della tua carriera hai vestito le maglie di Zadar e Cibona, sei stato selezionato nel Draft Nba e oggi sei in Italia. Sono alcuni dei passi fatti anche da una leggenda del basket come Kresimir Cosic, viste anche alcune caratteristiche fisiche che vi accomunano. Quanto ha influito/influenzato la tua carriera un giocatore del suo calibro? O c'è qualche altra leggenda croata che ti ha ispirato?

«L'influenza che ha avuto Kresimir Cosic su di me è stata enorme. Quando sei un bambino e vieni da una piccola cittadina croata situata sulla costa devi essere consapevole di potercela fare; hai bisogno di una prova che ti dimostri che qualcuno là fuori, proveniente da un posto così piccolo, ci è riuscito. Nonostante ciò non ho mai pensato di paragonarmi a lui, ma avere un modello a cui ispirarsi è veramente molto importante, ti aiuta a vedere la strada che hai tracciato in maniera più chiara. Il mio obiettivo personale non è mai stato quello di diventare una star, collezionare trofei e medaglie, non fraintendetemi è bellissimo vincere ma non è minimamente comparabile a diventare il modello a cui un bambino si può ispirare. Permettere ad altre persone di innamorarsi della pallacanestro grazie al tuo modo di giocare e alle cose che fai; c'è qualcosa di più grande e bello di questo?».

Fonte: legabasket.it

Foto di Marco Brondi/Ciamillo-Castoria

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