In attesa della brillantezza, la GeVi Napoli Basket può ripartire dalla difesa!

6 settembre 2021



È appena finita Germani Basket Brescia-NutriBullet Treviso. Ha vinto chi ne aveva di più. Se la qualità bresciana è apparsa nettamente superiore, con ottime prestazioni al tiro per oltre metà gara, alla distanza è uscita la più avanzata preparazione degli ospiti, capaci di rimontare 12 punti e prendersi una gara che, a parità di condizione fisica, sarebbe stata abbondantemente favorevole alla formazione di coach Magro. Qualcuno di voi ribatterà che tutto questo non c'entra nulla con la Generazione Vincente Napoli Basket, dunque è necessario spiegare.

Nella serata di venerdì gli azzurri hanno tirato male, eseguito male, mostrato mancanza di quella reattività che arriva una volta smaltiti i grossi carichi di lavoro. Nonostante tutto, la difesa partenopea ha tenuto a 68 punti una NutriBullet decisamente più in palla; nella sfida del PalaLeonessa, gli uomini di coach Menetti hanno messo a referto 84 punti, con percentuali sopra la media da 2 (65.6 contro il 52.8% del PalaBarbuto, ndr), e con solo tre conclusioni in più nell'arco dei quaranta minuti.

Dimenticavo: nella sfida appena conclusa la NutriBullet ha catturato 32 rimbalzi contro i 41 arpionati a Fuorigrotta, dove ha stravinto la lotta nelle alture proprio per la propria reattività, mentre ha perso, di misura, la sfida con Brescia (34-32).

Sembrano minuzie, ma l'analisi non può esulare da ciò che la partita ha detto: Treviso ha messo in campo un primo quarto devastante sul parquet della GeVi, ma è stata contenuta egregiamente nella mezz'ora successiva, con appena 42 punti in tre periodi, media di 14 a quarto.

In quello che, sostanzialmente, è un precampionato più pepato, ma sempre di pre-season si tratta, coach Sacripanti ha avuto la conferma di quella che era la grande qualità che ha portato questa squadra a vincere la Serie A2, ovvero la difesa, che ha performato nonostante le gambe ancora imballate ed i carichi di lavoro che ancora si sentono.

Che ci sia da lavorare è cosa nota, e lo stesso coach canturino l'ha ammesso candidamente. La brillantezza offensiva arriverà con il progressivo entrare in forma dei giocatori chiave come Rich ed Elegar, chiamati a portare anche quell'esperienza e quella malizia che possono far pendere la bilancia dalla propria parte nei finali più accesi.

L'altro motivo per vedere il bicchiere meno vuoto di quanto si potesse pensare è lo sguardo volto alle altre formazioni presumibilmente in lotta con gli azzurri per evitare i due fanalini di coda della classifica.

Se Cremona ha mischiato le carte, lanciando - ed è cosa buona per il movimento - giovani al PalaSerradimigni, chi appare in gravissimo ritardo sulla tabella di marcia è la Fortitudo.

La compagine agli ordini di Jasmin Repeša ha dato l'immagine di accozzaglia di giocatori senza uno spartito da seguire, venendo puntualmente arrotata sia dalla molto quotata Reyer che da quella Reggio Emilia, altra concorrente alla salvezza, che ha visto scatenarsi il ciclone Caja sul malcapitato Hopkins, non certo il miglior modo per affrontare la prima sfida ufficiale.

Si potrebbe dire che Atene piange, ma Sparta non ride, il punto è che non è la Supercoppa discovery+ l'obiettivo, soprattutto per quelle squadre che sanno di avere poche chances di vittoria finale.

Per queste, l'appuntamento settembrino non è che una serie di test probanti per capire dove intervenire nella preparazione. Lo dimostrano i minutaggi ancora ballerini, i giocatori lasciati ancora a riposo (chi si aspettava di vedere Cremona senza il colpo Nba Harris?, ndr), ma anche l'atteggiamento da "martello" di coach Menetti al PalaBarbuto.

Sì, perché catechizzare Casarin e Imbrò a risultato acquisito non è frutto della partita, ma è reprimenda in vista del tabellone dei preliminari di Bcl, dove London Lions, ma soprattutto Bakken Bears, attendono al varco gli eredi della storica Benetton, con l'idea malcelata di far loro uno scherzetto sul parquet di casa.

Equilibrio, quindi. È questa la parola d'ordine che tifosi e addetti ai lavori devono far loro in questa tardissima estate. Passare dall'euforia per le prestazioni di McDuffie allo scoramento per una partita che, di ufficiale, ha soltanto la definizione, non è una cosa che faccia bene alla salute psichica.

Qualcuno dirà che questo è un riferimento extra sportivo, ma almeno per il momento… «Lasciamoli lavorare».

Anche perché, dovesse andare storto qualcosa, ci sono sempre tre visti a disposizione.

Intanto, la partita che conta si gioca ancora fuori dal parquet: i messaggi di Gandini, di Baraldi e di vari altri esponenti del basket nostrano sembrano inequivocabili, serve almeno il 50% di capienza o verrà chiusa la baracca.

Che davvero si arrivi ad una decisione così drastica è una probabilità remota, ma potrebbe non esserlo più, mano mano che si andrà avanti nella stagione.

Dalla Contea, per il momento, è tutto. A voi la linea, studio.

Foto di Carlo Falanga

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