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Breve storia della decadenza del Palazzetto dello Sport Mario Argento

Edificato a viale Giochi del Mediterraneo, è stato inaugurato nel 1963 in occasione di un incontro di pugilato, seguito dal match tra Italia e Siria, in cui i padroni di casa prevalsero 78-49. Parliamo del Palazzetto dello Sport Mario Argento. L'arena da ottomila spettatori, dotata di una copertura metallica, fungeva da contraltare allo Stadio San Paolo per le discipline indoor. Rimpiazzò lo sferisterio di via Giulio Cesare, destinato successivamente alla pelota. Attualmente incute un senso di forte sconforto. Racconta un passato scintillante ed un presente degradante.

Inaugurazione ed invecchiamento

Durante i Giochi del Mediterraneo, per cui era sorto assieme alla Piscina Scandone, ospitò tutte le gare al coperto. In seguito, divenne la dimora della Fides Partenope, che il 26 aprile 1970 culminò la propria cavalcata, salendo sul tetto d'Europa. Dinanzi a dodicimila tifosi, infatti, i napoletani vinsero la finale di ritorno della Coppa delle Coppe contro il Jeanne d'Arc de Vichy 87-65 grazie al duo Aiken-Maggetti, ribaltando il passivo di appena quattro punti dell'andata. Inoltre, assolse compiti socio-sanitari, poiché si vestì da presidio per le vaccinazioni durante l'epidemia di colera del 1973, ed istituzionali, venendo utilizzato come deposito delle schede elettorali. Poi, nel 1974 accolse i Genesis per un concerto memorabile. Negli anni ottanta ospitò un torneo internazionale di tennis, che annoverò fra i partecipanti dei fuoriclasse assoluti quali Borg, Lendl, McEnroe e Panatta. A Fuorigrotta, inoltre, Patrizio Oliva difese il titolo mondiale, conquistato a Montecarlo, battendo Brian Brunette.

L'ultima volta a viale Giochi del Mediterraneo

Giovedì 16 aprile 1998 si tenne un fondamentale scontro diretto. Dopo il forfait di Battipaglia, l'altra retrocessione in Serie B era in ballo tra la Pasta Baronia Partenope e la Serapide Pozzuoli. I flegrei si recarono a Fuorigrotta appesi ad un filo. A reciderlo fu Kenny Atkinson. L'esterno classe '67 arrivò in sordina alle pendici del Vesuvio grazie ad un passaporto comunitario. Pur giocando in sette, la guardia statunitense trascinò i suoi. Sfiorò la doppia-doppia (20 punti e 9 falli subiti, ndr), coadiuvato da Yamen Sanders, che carpì 20 rimbalzi. I partenopei la spuntarono 82-73, anche se fu inutile. «La società ebbe problemi finanziari - ha dichiarato l'attuale coach dei Brooklyn Nets a SportWeek -, non pagava gli stipendi e fallimmo. Dave Johnson scappò, ma io restai. Per riconoscenza, il figlio del proprietario mi dette appuntamento in un supermercato di Avellino. Quando ci vedemmo, tirò fuori un malloppo di dollari. Mi pagò tre mensilità». Non sapevano, né l'eroe di giornata né i tifosi, che sarebbe stata l'ultima partita al Palazzetto dello Sport Mario Argento.

La chiusura e l'odierno abbandono

La definitiva chiusura avvenne il 6 giugno 1998 con un meeting di boxe, a causa dei lavori di adeguamento alle norme antisismiche. Dopo essere stato stanziato un iniziale finanziamento di nove milioni di euro, la normativa fu modificata per il terremoto in Molise. Ciò comportò l'immobilizzazione di qualsivoglia intervento. Nel 2005 fu smantellata la struttura esterna. Rimasero soltanto le tribune laterali. «Something like Pompeii», esclamò un giocatore dell'Aris Salonicco, osservandolo. Infine, nel gennaio 2018 c'è stata l'ennesima beffa: il palasport è stato escluso dai finanziamenti per le Universiadi di Napoli 2019. Infatti, il programma prevede la ristrutturazione e la riqualificazione degli impianti già esistenti.